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Elena Signorini
Nata a Milano, ha compiuto gli
studi a Brera con il M° Pippo Spinoccia.Vive e lavora a S.Donato
Milanese. Le sue opere fanno parte di collezioni italiane ed
estere.È stata invitata a concorsi e
rassegne nazionali e internazionali.
Hanno
scritto di Lei: Lisa Belotti, Silvia Mascheroni, Massimo Negri,
Giampiero Manfredini, Gianni del Prè
Pubblicazione: "Arte a stampa
N°4" Edizione Sciardelli (1978)
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1976
Milano -"Ora e sempre resistenza" ISOLA Centro Arte e Cultura
1977
Milano -Itinerante di grafica - ISOLA Centro Arte e Cultura
1977
Milano -Museo di Storia Contemporanea Piazza Fontana"Una
strage"
1978
Milano -Galleria CIOVASSO Collettiva di graficaP2020027.JPG
1979
Recanati -Galleria La GINESTRA Personale di incisioni
1979 Rho
-Rassegna Nazionale del Disegno e dell'Incisione
1980
Milano -Concorso S.Eustorgio Iø Premio di grafica
1980
Milano -Palazzo della Permanente IV° Triennale di grafica
1980
Milano -Palazzo SORMANI Personale di grafica
1981 Milano -Palazzo
SORMANI Biblioteca Comunale Centrale Concorso Internazionale
EX- LIBRIS
1982
Milano -Nuova ARS Gallery Collettiva di pittura
1982
Pavia -"La donna nella pittura"
1987
Milano -Galleria KRITERION Personale di incisioni "In
ascolto"
1988
Milano -Galleria KRITERION Collettiva di disegni e chine
1993
Milano -Galleria CIOVASSO Personale di pittura
1994
Milano -Palazzo SORMANI "Segni al femminile" Collettiva
1994
Novegro -MIART "Arte oggi in Europa"
1996
Milano -Galleria AVIDA DOLLARS Le giornate della grafica
1997
S.Donato -Cascina Roma Collettiva di pittura
1997
Milano -Circolo Culturale B.BRECHT Coll. di incisioni e
gouache
1998
S.Donato-Museo Arte Contemporanea "Ritratti di donne"
1998
Milano -Circolo Culturale B.BRECHT "Incisioni e carte
d'autore"
2000
S.Donato-Cascina Roma "Movimenti artistici" Collettiva di
pittura
1980
Milano -Palazzo SORMANI Personale di grafica |
I gesti della danza
Apollon Musagete,
Claire de Lune, Jeu de cartes, Circus Polka , Arabesque, sono i
titoli delle
composizioni di Igor Stravinskij e Claude Debussy che hanno
parlato con intensità di accenti a
Elena Signorini, così che ogni foglio inciso è come un “omaggio”
appassionato alla musica,
presenza costante, familiare nella sua vita.
Il mondo del circo, della danza, le maschere, i personaggi della
Commedia dell’arte,
risultano elementi costanti nel suo vocabolario, riconducibili
al tema della rappresentazione teatrale
ed implicitamente a quello del gioco, dell’illusione, della
finzione: il “doppio” della maschera, la
finzione della scena, illusione e gioco del circo; alludendo
così all’intrigata complessità del reale, di
ogni esistenza.
I profili dei personaggi si moltiplicano, un segno continuo li
incornicia, come a stringerli:
l’intreccio dei contorni delineati si complica, raddoppiando
immagini e sovrapponendo sagome. E
la “scrittura” si è fatta precisa, ha conquistato una sua
trasparenza, dando origine a composizioni
mai affollate, ma ad immagini contrappuntate sul foglio con
equilibrio.
Le incisioni documentano l’attenta e rigogliosa sperimentazione
condotta dall’artista che si è
confrontata ed ha indagato tecniche diverse, sottoponendole ad
una continua verifica e soprattutto
non accontentandosi di risultati approssimativi ed incerti.
Il lavoro di incisore la vede impegnata dal primo momento
ideativi fino alla conclusione del
percorso, nella fase ultima della stampa.
Il suo laboratorio ( dove l’artista realizza anche dipinti,
terrecotte e collages ) funziona come
una vera e propria “officina”: qui si misura con procedimenti
differenti ( acquaforte, acquatinta,
puntasecca, plasticografia ) , a volte combinandoli insieme,
intervenendo con il colore,
impossessandosi di ogni “segreto”, per ottenere effetti di
particolare suggestione come nelle
plasticografie dedicate a Jeux di Debussy.
Silvia Mascheroni
Febbraio 1987
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I gesti della danza
La presentazione di artisti a
cavallo tra diversi campi d’azione (la letteratura e le arti
figurative, soprattutto) caratterizza le esposizioni di Kriterion: così è stato con la mostra di Nelia Massarotti su
Eugenio Montale, con quella degli ex-libris presentati da Pinin
Carpi e così sarà la futura “Il nome sulla carta” a cura di
Bruno Munari. Rassegna imminente è invece quella di incisioni di
Elena Signorini dal titolo “In ascolto”, di cui ci piace
anticipare il tema leggiadro: “I gesti della danza e le trame
musicali di Debussy e Stravinsky”, leggiamo nella sua
presentazione, “costituiscono la materia su cui si è esercitata
l’immaginazione dell’autrice nel realizzare la serie di
incisioni raccolte, prima del1987, da Kriterion”. Si tratta di
lavori compiuti tra il 1980 e l’anno passato con le tecniche
dell’incisione, dell’acquatinta, della puntasecca e della
plasticografia. Introdotte da uno scritto di Silvia Mascheroni,
queste opere riproducono, in modo assai personale, il mondo
teatrale della danza e maschere e personaggi della commedia
dell’arte “riconducibili al tema della rappresentazione, della
finzione, dell’illusione, del gioco”.
Giampiero Manfredini Febbraio
1987
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1980
Milano - Palazzo SORMANI Personale di grafica
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Se non fosse per la morbida
opulenza del segno, questi recenti lavori di Elena Signorini
potrebbero evocare il sentimento delle vetrate medievali.
Perché anche qui forme nitide e salde si aggregano intorno a
un’idea, ognuna con un suo proprio racconto, fino a formare
costruzioni ogni volta diverse ma tra loro pienamente
unitarie.
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Chi cerchi di penetrare entro
questi grappoli di forme, viene a trovarsi entro un
singolare labirinto, arioso, seducente, costellato di
continue sorprese, come in un’inedita Wunderkammer
spettinata dal vento.
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E per quanto scorra lungo i
sentieri serpeggianti e a spigoli smussati, sempre l’occhio
deve arrestarsi alla barriera eretta da una cintura di
colore, tenera ma risoluta, che difende impenetrabilmente il
tesoro.
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Lungo questi itinerari, molti
sono i sentimenti e gli stati d’animo che si succedono senza
sosta, dalla nostalgia più struggente a rapidi impeti di
ribellione, dalla curiosità maliziosa alla fantasticheria e
al sogno,dal ricordo velato di nebbia allo scoccare di un
lucido fotogramma appena ritagliato dalle pulsioni
dell’attualità. Eppure tutto questo non suscita un sensori
frammentazione ma, al contrario, di monumentalità, anche se
più a lungo, e con gioia, ci si sofferma sulle piccole forme
tondeggianti e succose, ancora fragranti del loro albero nel
sole dell’estate, e che roteano su se stesse come gemme
entro un magistrale castone. Oppure su quei rapidi segni
serpeggianti, ultimo promemoria di una scrittura più minuta
e paziente.
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I colori, splendidamente
armonizzati lungo un’ampia gamma di radice padana e come
frustati, a tratti, dall’irrompere dei neri, ammantano di
tenerezza i piccoli racconti e tengono sotto controllo il
segno anche là, dove il ductus esplode più forte e deciso.
Tutto questo, nei gouaches e anche nei monotipi, dove però
il colore, castigato dalla tecnica, assume una sua vellutata
eleganza dalla gran luce dei bianchi.
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Anche ei quadri ad olio
ricompare il mosaico organizzato lungo ritmi sapienti e
ancora una volta definito da un preciso contorno. Ma
l’andamento più spigolato delle tessere accentua qui, per
contrasto, la morbida evidenza delle figure. Sono scene
d’interni molto segreti e silenziosi, immersi in una loro
particolare temporalità, in una loro estatica malinconia. Lo
struggimento di queste figure risulta però sempre pacato,
ricco di dignità per la purezza indifesa di quel loro
collocarsi entro spazi densi di molte storie e avvolti da
una luce dorata.
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Lisa Belotti
Maggio 1982
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